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  • di Cecco d’Ascoli

Il Limbo e Caronte


Carondimonio governava le anime che si recavano agli Inferi.

Raccoglieva un obolo, poca roba, per traghettarli nell’Ade. Un vero servizio pubblico, puntuale, anche di notte e nei festivi.

Parlava poco con le sue anime. Anche allora, il conducente non doveva essere disturbato. Ma quante facce incontrava, quanti corpi traghettava, giovani e vecchi, maschi e femmine, efebi e bambini! Tutta l’umanità greca saliva a tempo debito sul suo barcone oscillante, Talvolta, nel corso delle tante guerre, faceva anche gli straordinari. Mai, invece, un giorno di ferie.

Ora, pare che gli abbiano dato un altro incarico: quello di trasportare nel Limbo gli agonizzanti. Il pianeta, si sa, negli ultimi anni è cresciuto quanto al numero degli abitanti, circa 7 miliardi e mezzo di anime tra cristiani, musulmani, ebrei, induisti ed altri. Troppi. Occorre fare spazio e, così, nelle sfere celesti, si è deciso di utilizzare il Limbo, rimasto vuoto dopo la decisione di Papa Benedetto XVI, nel 2007, come stazione di smistamento in attesa del passaggio sull’Acheronte. Una decisone saggia, nell’interesse dell’umanità.

Caronte avrà più o meno lo stessa mercede, ma in euro. Un solo euro ad anima agonizzante ma tanto, si sa, anche l’euro sta per spirare. In termini correnti, l’euro vale più di un obolo, ma l’obolo è un reperto storico, l’euro no, e quindi c’è un certo equilibrio. Cosa poi ci farà Caronte di questi euro sono affari suoi.

In Italia c’è un certo affollamento in vista del transito verso il Limbo. Niente paura, tutti saranno traghettati. La premiata ditta Caronte ha un’esperienza plurimillenaria in materia.

C’è Forza Italia, in lista d’attesa. Ormai, si sono squagliati quasi tutti. Sono rimasti in pochi, talmente pochi al punto che Berlusconi se prima non voleva le primarie, temendo d’essere sorpassato da qualcuno, adesso fa fatica persino a trovare un candidato decente per le amministrative di Roma.

Ha un gruppetto di fedelissimi, attaccati al leader da ragioni incomprensibili, visti i clamorosi risultati negativi del suo operato. L’uomo oscilla fra il culto di se stesso e le proprie simpatie, ora verso Renzi, ora verso Marchini, ora verso Bertolaso. Più della vecchia ostilità antifascista, più di Fini, è riuscito a nullificare una Destra che non esiste più.

Il paradosso è che a destra c’è la Lega, che non è di destra, ma è l’unica realtà organizzata rimasta, e non è in lista d’attesa per Caronte.

Poi, in vista di transito, c’è tutta la vecchia guardia del PD. Sono condannati, lo sanno, ma fanno finta di niente. Da Bersani in giù, l’opposizione renziana o scappa verso altri lidi o non sarà inserita nelle liste elettorali. Caronte si frega le mani: un bel mucchio di euro lo sta aspettando. Ha già fatto un accordo di rottamazione con Renzi ed ha deciso che,litigiosi come sono, li trasporterà a gruppi. Poi, nel Limbo, si scanneranno come vorranno. Tornerà a riprenderli a cose fatte.

Da ultimo, ci sono le banche italiche. Abbassata la boria, temute e gratificate da sempre con regalie governative di vario genere, la festa sta finendo. I principali osservatori economico-finanziari del pianeta dubitano che il sistema bancario italiano possa reggere ancora per molto, se la tempesta finanziaria che sta montando scorrerà come si teme. Se il sistema dovesse crollare, crollerà tutto il Paese.

Per la verità l’Italia è già nel Limbo, addormentata dalle sciocchezze televisive, imbottita di chiacchiere e pettegolezzi da barbiere, imbonita dalla corruzione dilagante e dagli scandali che si susseguono senza soluzione di continuità. Come il prezzemolo sulle vivande, l’Italia è presente dovunque, dall’Afghanistan al Libano, dal Ciad all’Indonesia, dall’Iraq alla Libia. Dove c’è casino ci siamo noi, i mercenari dell’ONU, senza una politica nazionale di difesa o di penetrazione politica. Facciamo “i partecipi”, i guardiani delle dighe, i costruttori delle scuole, i conduttori degli aiuti internazionali, gli sminatori di strada. L’esercito vigila disperso fra mille impieghi che non gli appartengono. Gli slogan si sprecano: “strade sicure”, “città sicure”, “mare sicuro” e così via.

Facciamo tutte le guerre che ci sono, ma senza dirlo, perché siamo buoni, pacifici ed onesti, ma disponibili. Se mai dovessimo guidare una spedizione militare in Libia, c’è da tremare. Occorrerebbe raschiare il fondo del barile, impegnati come siamo in tutto il mondo. Già il fatto che il comandante sarà un alpino, che di deserto dovrebbe essere esperto come la mia mamma di computer, è una garanzia di serietà istituzionale.

Caronte avrà molto da fare, nei prossimi mesi. Almeno, prima traghettava solo morti. Basta. Finito. Ora, con il Limbo, avrà un gran da fare. Dovrebbe chiedere un vitalizio.



Roma, 4 marzo 2016.

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