Alla canna del gas
È difficile essere imparziali di fronte allo sfascio delle Sinistra. Ha molte colpe, ma comunque assistere allo sbando del partito di maggioranza è sgradevole.
Renzi è dimissionario da tutto, come politico, come Presidente del Consiglio, come Segretario del partito. Una lotta di potere squallida, condita da slogan confusi che nascondonol’obiettivo della riconquista del potere da parte di vecchi scheletri sconfitti. Enrico Letta si frega le mani: chi la fa l’aspetti. La vendetta è un piatto freddo e va assaporata.
Le buone intenzioni sono solo mediatiche; le vere sono ispirate dalla vecchia regolaio sono più progressista di teche diventa, all’atto pratico, levati tu che mi ci metto io.
La sinistra non è nuova a questi disfacimenti. Aspira al potere e quando ci arriva si sfascia, in un festival di belle parole.In quella specie di macedonia politica che è il PD, tramontanoi rottamatorinella congiura dei rottamati.Il timore di non essere indicati come candidati alle prossime elezioni ha permesso questa resa dei conti. Ci sarà la scissione oppure, alla fine, verrà fuori un ennesimo compromesso?Secondo Renzi non si fanno prigionieri. I tempi della Rivoluzione francese sono passati, altrimenti la ghigliottina dovrebbe fare gli straordinari.
Quando questi “democratici” arrivano al potere, diventano dei satrapi, si circondano di cretini e finiscono male.È la storia di Mussolini, di Craxi, di Berlusconi di Bossi, di Renzi. Fateci caso, tutti con il cerchio magico. Rotto il cerchio, finiscono per terra, o sotto.
Se scissione sarà, avremo due gruppi all’estrema sinistra, già da tempo fuori dal PD. Poi avremo quel che resta del PD, attaccato a Renzi, con la sua corte di pallidi famuli: (Orsini, Guerrini, l’ineffabile Boschi, la Madia, la piccola Serracchiani ed altri), poi il gruppo nascente di Pisapia, di Rossi, Speranza, Bersani, D’Alema, Cuperlo, Emiliano. Un’insalatona dai gusti un po’ demodé.
Come si disperderanno i voti della sinistra? L’elettore non può che essere in crisi. A chi credere? Chi sarà il salvatore della patria? Intanto, di patria non parla più nessuno. Quanto a salvatori, più ci si guarda intorno più si auspicano i colonnelli. Come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma in genere ci si azzecca.
E il governo-clone di Gentiloni, in tanto frastuono, tutti giurano che resterà al potere, un cavaliere dimezzato e, nell’ombra, si profila il fantasma di Veltroni. Tutti uniti per sostenere il governo, tutti divisi per conquistare il potere.
A casa c’è tempesta, ma fuori è peggio.De minimis non curat pretor, ma quali sono i minimis? La data delle elezioni o il fatto che la nostra disoccupazione è la più alta in Europa, che la nostra gioventùdebba emigrare se vuol lavorare o che il nostro debito pubblico ci piomberà addosso come una valanga?
Il prossimo sistema elettorale sarà quasi certamente proporzionale, con qualche correttivo. Con la frammentazione attuale il partito di maggioranza non c’è più. Anche se le nuove formazioni,al massimo, dovessero portar via a Renziun 10% dei consensi, resterebbe il problema delle alleanze per formare un governo. Le “altre” sinistre potrebbero dare la maggioranza ad un gruppo, quello di Renzi, che hanno osteggiato ed abbandonato? Mi sembra difficile.
D’altro canto non credo che la Destra, globalmente intesa, possa raggiungere la maggioranza. Un governo di coalizione rappresenterebbe, dunque,il ritorno ad un passato rissosoed inconcludente.
Discende da tutto ciò la riprova che manca il senso dello Stato. Non c’è mai stato, in nessuno o solo in pochissimi dei nostri politici. La crisi del partito di maggioranza è la crisi del governo e di tutta una classe politica. Povero Stato!
A destra non si sta meglio e, forse, non vale neppure parlarne. Conati di restaurazione, cavalcando i temi del momento (immigrazione, euro, Unione europea), con il nuovissimo Movimento nazionale per la sovranità, sono inutili. Ormai, tutto sa di stantio. Almeno, a Sinistra, c’è un po’ di agitazione.
L’unico brivido vero viene da 5Stelle, da quella Roma, ex caput mundi, ora caput d’immondizia. Un primato, come si vede, c’è sempre.
La telenovela Raggi moltiplica le sue puntate per il diletto del pubblico elettore. La rotazione degli assessori continua. Dovrebbero mettere dei saliscendi, al Campidoglio, per migliorare l’andamento dei flussi. Adesso, poi, c’è il problema dello stadio della Roma. Un problema fondamentale per il Paese.
Non si sono volute le Olimpiadi. Forse avevano ragione. Non si sa se si vuole o non si vuole un nuovo stadio di cui, peraltro, non ci sarebbe alcun bisogno, dato che ce n’è già uno, lo stadio Flaminio, abbandonato e non utilizzato. Nel non fare, bruciando gli assessori, si fa cattiva politica. Il sospetto d’una speculazione edilizia, la più grande d’Europa, è solo malevolo. Scenderà il Santone da Genova a dipanare una matassa che sa d’imbroglio. Perché non si rivolge al Dio Rete?
La sceneggiata continua, con tanta amarezza. Ma è possibile che siano tutti così?
Roma, 20 febbraio 2017.