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  • Roberto Bonadonna

Stretta di mano: c'è modo e modo!

L’atto di stringere la mano è un retaggio del passato. Negli ultimi cento anni si è a poco a poco diffuso. Fino a poco tempo fa, era un atto prettamente maschile, mentre oggi viene utilizzato sia dagli uomini sia dalle donne. I diversi modi di stringere la mano possono causare imbarazzo e ilarità. Britannici, australiani, neozelandesi, tedeschi e americani si danno di solito la mano quando si incontrano e si congedano. I francesi sono i più amanti della stretta di mano. Persino in Giappone, in cui il saluto tradizionale è rappresentato dall’inchino, e in Thailandia, in cui si usa il “wai” (gesto simile ad una preghiera) la stretta di mano è attualmente molto comune. A volte indiani, asiatici e arabi continuano a tenere la mano dell’interlocutore anche dopo avergliela stretta. Tedeschi e francesi danno in genere un paio di strette decise, poi tengono brevemente la mano. I britannici ne danno tre/cinque, gli americani da cinque a sette. Ne consegue che a un americano la stretta singola del tedesco appaia fredda e distaccata, al contrario, il tedesco ha l’impressione che l’americano azioni una pompa quando gli stringe più volte la mano.

Cosi come gli occhi sono lo specchio dell’anima, cosi la stretta di mano può essere indicatore del carattere della persona che si ha di fronte. Quando si stringe la mano a qualcuno, non si dovrebbe mai fare in modo superficiale. Soffermarsi un istante a pensare alla sensazione che si ricevono può aiutare a comprendere meglio la persona appena conosciuta. Apparentemente semplice come azione, in verità cattura tutta la nostra attenzione. Basti pensare alla difficoltà che si ha nel memorizzare il nome della persona, se ci si presenta per la prima volta. In questo frangente si dedica gran parte dell’attenzione su quello che stiamo comunicando, non ponendo attenzione al nome della persona appena conosciuta.

Una prima classificazione della stretta di mano può essere in base all’intensità impiegata nello stringere la mano. Ci sono persone che stringono la mano con tale forza che sembra vogliano stritolarla. È subito chiaro che si tratta di una persona decisa, abituata al comando. Un maschio alfa che per quanto democratico possa apparire, tenderà a dominare. Una stretta di mano solida e ferma appartiene a una persona altrettanto solida e attiva. Al contrario, una mano molle, scivolosa, che sembra liquefarsi nella vostra, fa capire che si ha di fronte una persona molto timorosa, insicura e, forse, anche pigra, che tende ad essere troppo idealista e sognatrice. Invece, chi dà la mano in punta di dita o offre una presa sfuggente, ritirando la mano nel momento stesso in cui avviene il contatto, dichiara di non aver fiducia in se stesso e, forse, neanche in voi che siete degli estranei.

Può capitare di sentirsi come respinti mentre si stringe la mano di qualcuno. Il suo braccio resta, infatti, rigido e impedisce l’avvicinamento. È una sensazione sgradevole quella che si prova. In questo modo l’altro vi sta tenendo a una certa distanza, non necessariamente perché prova antipatia nei vostri confronti, ma forse è solo riservato o abituato a vivere in spazi più ampi. Quando una persona vi tende il braccio per darvi la mano vi trasmette anche un’informazione riguardo al luogo in cui è cresciuta o è solita vivere, cioè se proviene dalla città o dalla campagna. Chi è cresciuto in zone non densamente abitate ha bisogno di più spazio intorno a sé, la sua “bolla” privata è più ampia rispetto a chi vive in città. Dunque si mantiene a distanza maggiore dagli altri, ed è da quella distanza che preferisce relazionarsi con un gesto. Se, invece, deve formalmente stringervi la mano, è probabile che resti fermo sul posto e per poter afferrare la vostra mano si pieghi in avanti con il braccio rigido e teso. Una persona cresciuta in città farebbe automaticamente un piccolo passo in avanti per poter agevolare una simile presa, giudicata troppo lontana. Capita però anche l’opposto. Quando si da la mano e si viene tirati verso l’altra persona. Chi tira il braccio vicino a sé, in modo da fare avvicinare l’interlocutore, è molto insicuro e vuole spostare il rapporto, qualsiasi rapporto, dal piano relazionale e sociale al piano affettivo e più personale.

Dal modo in cui una persona tende la mano è possibile capire anche in che modo intende relazionarsi: se da persona alla pari, se desidera dominare o se si dichiara già a priori sottomesso. Questo lo si può capire dalla posizione del palmo. Assume valore diverso se viene presentato rivolto in su (dichiara sottomissione, anche detta stretta del perdente), di fianco (stretta alla pari) o in giù (stretta dominante). che se tali atteggiamenti sono trasmessi e percepiti a livello inconscio, possono avere un’influenza immediata sull’esito dell’incontro.

Nella “stretta del perdente” la mano è tesa con il palmo rivolto verso l’alto.

Rivela un atteggiamento di debolezza. La persona è pronta ad essere sottomessa

e lo sarà realmente nel momento in cui avverrà il contatto.

Tale stretta può essere efficace se vi vuole concedere all’altro il controllo o comunicargli che è lui/lei a gestire l’incontro.

Tutt’altra cosa è la “stretta alla pari”

in cui i palmi di entrambi i soggetti sono rivolti verticalmente.sono persone che si rispettano, si stimano e tra le quali non esiste alcun bisogno di dominare. Questo genera una sensazione di parità e di reciproco rispetto. Se questo non è il vostro modo abituale di stringere la mano, è necessario che lo impariate al più presto. È quello più idoneo per poter stabilire un rapporto paritario.

Ci sono poi le persone che hanno l’abitudine di porgere la mano con il palmo rivolto verso il basso e il braccio rigido.

Per poterla afferrare si è costretti a porre la mano in posizione di sudditanza, che lo si voglia o meno. Evocativa del saluto romano, è la più aggressiva di tutte le strette, poiché lascia poche possibilità all’altro di stabilire un rapporto paritario. È tipica delle persone che hanno l’abitudine di comandare e che desiderano dominare gli altri. In ogni caso è quello che cercheranno di fare con voi se accettate di sottomettervi a questo tipo di presa.

Nell’analisi delle stretta di mano deve essere considerata non solo la mano che stringe, ma anche quella che rimane libera. La mano sinistra è usata per sottolineare la profondità dei sentimenti che si vogliono comunicare. Ciò dipende dalla distanza a cui la mano sinistra è posta sul braccio destro dell’interlocutore. Quanto più in alto si posa tanto maggiore è la confidenza che l’autore del gesto vuole dimostrare. Se viene posata sul braccio o sulla spalla è come se si volesse abbracciare l’altra persona. Al contrario, se si afferra il polso o il gomito si cerca di controllare i movimenti dell’altro.

La prossima settimana descriverò le strette di mano più irritanti. Il contatto visivo è parte integrante, se non la parte fondamentale nella stretta di mano.

Riassumendo quanto detto fin qui, la stretta di mano dovrebbe essere calorosa, decisa, positiva e quanto mai sincera. I fattori chiave per creare un rapporto paritario durante una stretta di mano possono essere sintetizzati nel palmo in posizione verticale, così che non si è in posizione di predominio o di sottomissione, impartire la stessa stretta e quella ricevuta e cercare e mantenere il contatto visivo, se non si guarda negli occhi, quanto detto non vale nulla.

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