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Fortunati, sfortunati, comunque impuniti

Ricevo da un amico una notizia che mi lascia un po’ sbalordito. Non so neppure se sia vera. Se vera, è sfuggita alla stampa. Se non è vera, non risultano querele. La riporto con beneficio d’inventario, così come m’è stata inviata.

L’avv. Tiziana Miceli, titolare di uno studio legale poco conosciuto, ha appena ricevuto cinque consulenze milionarie da parte della CONSAP, la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici, controllata dal Ministro dell’Economia, che fornisce servizi al Ministero dell’Interno.

Ha vinto un appalto milionario fra 140.000 candidati. L’avvocato in questione è la moglie dell’ex ministro dell’Interno, Alfano.

È una notizia confortante. Non è controproducente essere la moglie di un Ministro.

L’acquiescenza al potere è tale che nessuno reagisce. Probabilmente, l’evento è impeccabile dal punto di vista formale.

Da un altro amico ricevo altre notiziole che passano inosservate. Nella grande crisi bancaria che stiamo vivendo, si parla di tutto, ma non dei responsabili dei fallimenti e delle inadempienze. Che fine hanno fatto? Vi rassicuro: non se la passano male. Nessuno è in prigione. Cause, richieste di danni e processi sono però solo all'inizio e alla fine il conto qualcuno lo dovrà pagare. Fra venti o trent’anni. La nostra, come è noto, è una giustizia lenta ma severa.

In corsivo, da Camilla Conti - Lunedì, 03/07/2017, alle 17:51: Monte dei Paschi di Siena:Giuseppe Mussari va a cavallo con l'amico Aceto e cucina per gli amici nella villa di proprietà della moglie Luisa, a due passi da Siena. Il suo braccio destro Antonio Vigni fa il coltivatore diretto nella sua tenuta a Castelnuovo Berardenga, sempre sulle colline del Chianti, e la sua ultima apparizione pubblica risale a qualche mese fa a San Gusmè, in occasione della festa del delizioso paesino, nello staff della festa a grigliare bistecche.

Meno ruspanti i pomeriggi del patron - per quasi vent'anni - di Pop Vicenza, Gianni Zonin che proprio nei giorni scorsi è stato fotografato con la moglie in via Montenapoleone a Milano mentre faceva shopping con un tempismo perfetto, ovvero a poche ore dal decreto salva-venete.

La Banca dell’oro:la prossima udienza per la bancarotta di Banca Etruria al tribunale di Arezzo è fissata per il 12 ottobre 2017 e sarà interamente dedicata alle parti civili. Il processo vede tra gli imputati gli ex presidenti Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi e i nomi di ex componenti del Consiglio di amministrazione. Vi rassicuro: Pierluigi Boschi, padre dell'ex ministro Maria Elena, non è tra gli imputati. Il procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi contesta loro finanziamenti facili, mai rientrati, che avrebbero portato a bilanci fallimentari provocando il crack della banca.

Banca Marche: Sotto la direzione dell'ex AD Massimo Bianconi l'istituto faceva credito a tutti, soprattutto agli amici. Il Consiglio approvava fino a 83 pratiche di affido in meno di cinque minuti netti (è successo davvero, il 23 luglio del 2008). Secondo gli avvocati dello studio Bonelli Erede, quello di Banca Marche è il più grave scandalo bancario dai tempi del crac Sindona. Tra i tanti primati, Bianconi detiene anche quello di essersi fatto pagare la buonuscita due volte, facendosi licenziare e assumere lo stesso giorno poco prima che Bankitalia vietasse i «paracaduti d'oro» per i banchieri.

A Nordest: quando non fa spese con la moglie nel quadrilatero milanese, Gianni Zonin può restarsene al fresco della villa in provincia di Udine, a Ca' Vescovo, a due passi dalla laguna di Grado e dal campanile romanico di Aquileia. Una tenuta trasformata in fortezza, con siepi alte tre metri, telecamere, vetri anti sfondamento. Dal 20 gennaio 2016 aziende e vigne della Zonin 1821 appartengono ai tre figli. Nove tenute in Italia, per 2mila ettari coltivati a vite, una in Virginia, negli Usa. Tutto intestato agli eredi con un passaggio generazionale che sicuramente era stato già previsto in tempi non sospetti, ma di certo ha messo al riparo il patrimonio di famiglia dalle tempeste giudiziarie. Zonin è infatti indagato a Vicenza per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. La stessa banca ha chiesto a lui e ad altri 31 ex dirigenti di risarcire 2,3 miliardi. Ed è stato multato dalla Consob (370mila euro) per illeciti nella vendita di azioni alla clientela. Ma finora l'inchiesta della procura di Vicenza ha procurato al Doge vicentino solo la «seccatura» di un interrogatorio di 5 ore in due anni.

Per il suo «vicino» Vincenzo Consoli, ex ad di Veneto Banca, la richiesta di rinvio a giudizio è arrivata a poche ore dal via libera italiano ed europeo al passaggio delle Banche venete a Intesa. A muoversi è stata la procura di Roma, che ha chiesto il processo anche per l'ex presidente Flavio Trinca e altri nove tra amministratori e manager per presunte irregolarità nella gestione dell'istituto tra il 2012 ed il 2014 e ostacolo all'esercizio delle funzioni dell'autorità pubbliche di vigilanza. Consoli si è chiuso in un rigoroso silenzio per due anni poi, lo scorso 3 giugno, ha rilasciato una lunghissima intervista con la sua verità al Gazzettino: «Il dispiacere e il dolore sono per me immensi, verso tutti i soci che hanno perso soldi. Si deve sapere che tra i soci che hanno perso i soldi c'è anche la mia famiglia, c'è mia sorella che faceva l'operaia e aveva investito in banca tutti i suoi risparmi e non li ha più, ci sono i miei figli», ha detto Consoli. Il suo jet Bombardier Learjet 60XR, acquistato nel 2012 da Veneto Banca per assicurare rapidità, comfort e prestigio agli spostamenti dell'allora Consigliere delegato, se ne è volato via da Montebelluna lo scorso 23 dicembre per 4,3 milioni di dollari.

Nel genovese: «Mi aspettavo l'ergastolo. Ci mancava solo mi sparassero». Lo scorso 22 febbraio non ha rinunciato al suo sarcasmo l'ex presidente di Carige, Giovanni Berneschi, nemmeno con una condanna a 8 anni e 2 mesi di reclusione per la maxitruffa al ramo assicurativo dell'istituto bancario sulle spalle. Eppure per lui è stata uno choc, quella sentenza, anche perché il pubblico ministero Silvio Franz aveva chiesto 6 anni di reclusione. C'è chi dice che l'ex presidente, uomo libero fino alla pronuncia della Cassazione, se ne stia chiuso nel suo attico genovese e chi invece propende per un ritiro nella sua amata campagna spezzina. Ha una ricca pensione (200 mila euro solo di Inps, più il fondo integrativo della banca) e conta sull'appello, anche perché non è tipo da golf o bridge.

Questo spiega perché il nostro sistema di governo è marcio. In un certo senso, sono tutti compromessi ed invischiati nel potere. Strillano solo quelli che ne stanno fuori. Se non si avrà, in un futuro probabile, una soglia di esclusione al 4% nelle liste elettorali, sarà perché Alfano teme d’essere escluso dal grande gioco cui ha partecipato fino ad ora, tradendo Berlusconi e Forza Italia. In una Repubblica fondata sul lavoro è vincente solo l’interesse del singolo, anche se a danno di tutti.



Roma, 4 luglio 2017.


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