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Schiavi come i porci, e la “libertà”?


La foto è tratta dalla copertina del film di Pier Paolo Pasolini "Porcile" 1959.

Dopo aver conosciuto dei Lavoratori e un “padrone” forse meglio nominarlo “tiranno” (purtroppo non è l’unico) che in quest’epoca dove il medioevo dovrebbe essere solo menzionato sui libri di storia, agisce invece come se fosse discendente di sangue di Anassila tiranno di Locri e Crotone, trattando i Lavoratori come schiavi, tenendoli sotto ricatto, conoscendo le loro necessità di guadagno. Oppure, forse, nessuno gli ha mai detto che nel novecento sono caduti i “satrapi” di questo tipo di tirannia da Boss. Però non giudico, non spetta a me; anzi per un certo verso lo stimo perché bene o male un po’ di soldi per il cibo lo assicura agli schiavetti. Purtroppo a chi spetterebbe l’ago della bilancia per giudicare, non pende a favore degli schiavi, che peraltro, sottomessi, non si lamentano. Chissà chi ha inventato i sindacati e soprattutto se esistono ancora e … che non siano anche loro dei “tiranni” che hanno fatto comunella con i “tiranni padroni”. Mah?! Comunque una fine della “carne” c’è per tutti ed è l’unica cosa che consola! Rimane l’energia, ma quella ha un'altra dimensione!

Tuttavia questo fatto ha messo in moto le mie “celluline grigie”, come dice “Poirot” così mi sono edotto ad esprimere un libero pensiero che spero molti condivideranno o anche ne discuteranno o ne obietteranno.

Quanto dico è supportato da celebri frasi di Uomini importanti che suffragano il mio pensiero, che si concretizza in questa frase: “La libertà interessa a pochi, alla maggioranza degli uomini basta un padrone buono.” E allora come pretendi di cambiare le “cose”, lanciando languidi lamenti e anatemi per dire di ciò che non ti piace ai colleghi schiav,i senza invece prendere posizione e combattere i “padroni”?! Allora in questo caso non hai capito niente: continua pure a fare lo schiavo … a loro servi così; tanto via tu, ne trova altri (magari tra i milioni di profughi che ospitiamo nel nostro paese), che per il “bisogno” di sopravvivere sono disposti anche a prostituirsi (gratis) e magari lavorano di più e costano meno!

I padroni agiscono in virtù di un qualcosa di innato (in primis il potere del denaro) che vive nella loro psiche, espresso molto bene dal Grande Benito Mussolini” dalla storia definito come un dittatore, che disse:

  • “Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?”

Forse allora non è tutta colpa dei “padroni” ma anche di chi si lascia sfruttare ignorantemente!

Ma vediamo anche il significato del lemma “padrone”:

proprietario, possessore, capitalista, borghese, principale, datore di lavoro, titolare, capo, industriale, imprenditore, Boss, dominatore, signore, sovrano, governante, tiranno, despota, arbitro, detentore, esperto, conoscitore, intenditore, specialista

E il contrario:

operaio, impiegato, lavoratore, dipendente, servo, servitore, suddito, inesperto, ignorante, incompetente.

Ho cercato invano un parola, un lemma, che fosse una via di mezzo tra padrone e il suo contrario. Non sono riuscito a trovarne un termine adatto. Se qualche lettore vuole comunicare in Redazione se è a conoscenza di tale termine, saremo ben lieti di farlo sapere alle otre 720.000 persone che hanno consultato il giornale.

L’essere schiavi, al popolo italiano, piace, non riesce a farne a meno (i Francesi per contro si sono almeno ribellati e hanno fatto una rivoluzione in nome della fratellanza) infatti nel parlar comune del popolo lavoratore si dice ancora:

  • andare a padrone: andare a servizio; cercare padrone: cercare lavoro; essere senza padrone: essere disoccupato.

E adesso alcune citazione celebri:

  • Così come non vorrei essere uno schiavo, così non vorrei essere un padrone. Questo esprime la mia idea di democrazia.”Abraham Lincoln

  • “Finché l'uomo sfrutterà l'uomo, finché l'umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui.” Pier Paolo Pasolini.

Vi aspetterete una soluzione da parte mia, ma non è così. La soluzione ce l’ha ognuno di noi dentro: chi fa il padrone e chi fa lo schiavo.

Posso soltanto aggiungere che io non mi ritengo padrone dei miei amati animali con cui convivo in amicizia ogni momento della mia vita. Sono amici miei, come tutto la natura che mi circonda. Non vorrei essere frainteso: non sono un fanatico che vorrebbe camminare per aria per non calpestare le formiche o l’erba, ma sono uno che se può evita ucciderle se non necessario per la mia incolumità, l’erba in giardino la taglio naturalmente, ma naturalmente preservo quei ciuffi di fiori spontanei che crescono ed abbelliscono il prato.

Chiudo dicendo che padroni e gli schiavi che non possono, come tutti, sottrarsi alle dinamiche dell’Universo: tanto fai (bene o male) tanto ne ricevi in cambio, non saprai mai da chi e quando, ma ti arriva, e sono batoste o grandi gioie!

Dunque i “padroni” siano più tolleranti e indulgenti e soprattutto paghino gli schiavi nei tempi prestabiliti e gli “schiavi” siano più volenterosi nel dare con più lena, senza aver paura di discutere, il “padrone” abbaia, ma di solito non “morde”, poi comunque hanno già inventato l’antirabbia!

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