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Enrico Berlinguer - Una parabola del dopoguerra


Morto per Ictus o assassinato?


Oggi, 25 maggio ricorre l’anniversario della nascita (25 maggio 1922) di un uomo politico onesto, probo e corretto come pochi ci sono stati in Italia: Enrico Berlinguer.

Lui e la sua Famiglia:

Ateo, Enrico Berlinguer si sposò il 26 settembre 1957 in Campidoglio, con rito civile, con Letizia Laurenti (1928 - 2017), da cui ebbe quattro figli: Biancamaria (1959), giornalista Rai, Maria Stella (1961), Marco (1963), politico di Rifondazione Comunista, e Laura (1970), giornalista Mediaset.

Anche se già molte ricorrenze per la nascita e la morte di Enrico sono state fatte un po’ in tutto il Paese e in tempi recenti anche sui social, molti libri sono stati pubblicati (pochi sono entrati nella scuola) molte cose sono state dichiarate, ma io spero infatti che nel prossimo anno si organizzi almeno da parte dei vecchi compagni (se non continuano a nascondersi), manifestazioni e ricordi in grande stile per il centenario dalla nascita, andando a toccare anche la scuola, con filmati e opuscoli, per raccontare ai giovani, che Lui tanto amava, di questo grande Uomo di origine Catalana che amava andare …casa per casa…. A diffondere la sua missione.

Io ero li, il 07 giugno 1984 in piazza dei frutti a Padova con mio padre in qualità entrambi di operatori cinematografici di ripresa. Eravamo dotati di una cinepresa a pellicola da 16mm del peso di oltre 15 chilogrammi tenuta a fatica sulle spalle e abbiamo fatto riprese dal mattino alle 9 sino alla notte inoltrata. Conservo ancora una copia della pellicola originale, senza tagli per intenderci. Alle riprese di Padova si aggiunsero alla pellicola i funerali di Roma e divenne un film, grazie anche a noi operatori. Fu proiettato in tutte le sezioni comuniste del Piemonte e di altre regioni (mio Padre era piemontese e con me iscritto ad una sezione comunista perché anch’io nacqui a Torino e dimorai sino al 1999, incontrando Enrico ogni volta che veniva a Torino e anche qualche volta a casa della mia Famiglia).

Nella mia copia vi è una scena in cui si vede Enrico che beve da un bicchiere che giaceva sul leggio da cui parlava. Dopo breve tempo, mentre spiegava ai giovani che … bisogna andare casa per casa a diffondere il comunismo …, ribeve un altro sorso. Di li a poco comincia a parlare con la bocca “impastata” e ribeve ancora, poi comincia a traballare erano circa le 22,30 poi si sentì male e fu portato in ospedale. Il bicchiere? Non c’era più. Però parrebbe che un certo Veltroni si diede molto da fare quella notte per ritirare le immagini comprando anche le videotape dalla RAI alle 02,00 di notte dai colleghi operatori della tv di Stato. Ma non riuscì a comprare la mia copia, anche forse perché non ne sapeva l’esistenza. Ma questa fu vista proiettata da migliaia di compagni negli anni seguenti al fatto. Quello che mi chiedo è: perché nessuno mai ha voluto intraprendere indagini in merito al dubbio di un possibile avvelenamento? Si sa infatti che non sono mai state fatte autopsia sul corpo di Berlinguer, neanche mai richieste. Come mai? Si fanno autopsie per banali incidenti stradali, ed un fatto così importanza europea se non mondiale lo si lascia cadere nel nulla celando ogni possibilità di appiglio? E Bianca e i figli che cosa ne pensano? Il dubbio a me rimane, e bello grande in virtù anche dell’uccisione più plateale di Aldo Moro che collaborò con Berlinguer anche per il celeberrimo “compromesso storico” nel tentativo di far finire l’altrettanta celeberrima situazione (malsana) in seno al governo denominata “ conventio ad excludendum”.


Di seguito vi ripropongo un documento di Ignazio Stagno del 26 maggio 2013 pubblicato sul giornale “Libero” Quotidiano.it.


Cosa successe veramente quella sera dell'11 giugno 1984? Enrico Berlinguer fu davvero ucciso da un ictus poco dopo la fine del comizio in piazza a Padova?

Per la prima volta, un libro rimette in discussione la storia della scomparsa dello storico leader del Partito comunista italiano, puntando il dito proprio contro quello che era il maggior partito rosso al di fuori dell'Unione sovietica e ipotizzando un complotto per farne fuori il capo. In "La storia segreta del Pci" il sociologo Rocco Turi ipotizza che dietro la morte di Berlinguer ci sia stata una regia oscura. Ritardo dell'ambulanza - "Troppe bugie ci sono state raccontate. - scrive lo studioso - Da un riscontro severo e minuzioso dei tempi che scandirono la morte di uno dei leader comunisti più amati d'Europa siamo oggi in grado di smentire le tesi di quegli anni. Si aspettò troppo tempo per portare Berlinguer in ospedale; dopo i primi malori Berlinguer venne infatti trasportato lentamente prima in albergo, e poi dopo oltre due ore fu chiamata finalmente un'ambulanza. Una scelta del tutto folle''. Per lo studioso c'è un altro punto debole nella ricostruzione dei fatti: "'Non e' vero che Berlinguer venne operato appena arrivato in ospedale, ma e' vero invece che venne portato in sala operatoria solo all'una di notte, due ore e mezzo più tardi dal suo malore in Piazza della Frutta''. Il ruolo di Veltroni - Poi nel libro viene chiamato in causa anche Valter Veltroni. Fu lui, secondo Turi a darsi da fare di notte per acquistare e ritirare immediatamente dalla Rai le immagini del malore di Berlinguer. "Perché?", si chiede Turri: "'Quella sera tutti si preoccuparono di intercettare la registrazione video con le immagini del comizio e del bicchiere d'acqua. Ci furono telefonate tempestose: alle due della notte, quando Berlinguer era in sala operatoria, Folena era riuscito a contattare a Roma il responsabile comunicazione del Pci, Valter Veltroni, il quale riuscì a fare intervenire la Rai. E la Rai contrattò, con l'avvocato, l'operatore e acquistò la cassetta video. Il contratto fu steso dentro un furgone, nel piazzale dell'Ospedale. Una fretta inadeguata. Un mistero anche questo''.

Il bicchiere del complotto - Qualcuno forse voleva occultare quel bicchiere d'acqua bevuto dal Berlinguer? Infatti nelle immagini dell'epoca, appare Berlinguer che poco prima di sentirsi male beve dell'acqua. Su quel bicchiere Turi non ci vede chiaro: "Enrico Berlinguer incominciò a sentirsi male esattamente alle 22.30 di quella sera, dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua, e allora si disse che era servito a reprimere dei conati di vomito, ma chi ha del vomito non ha mai voglia di bere. Attraverso corretti e tempestivi passaggi metodologici, forse, Berlinguer avrebbe potuto avere salva la vita anche nel caso di un malessere provocato da cause diverse da quelle ufficiali. Ci fu un complotto?' Come con Moro?".


In conclusione spero che questa verità venga a galla, magari proprio in occasione del centenario.

Sotto un disco 45 giri regalatomi da Enrico nel 1971 ospite a pranzo a casa mia.






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