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  • redazione

Riflessioni e denunce contro i DITTATORI della Banda Draghi


Covid, Mario Draghi non si fida del green pass e pretende il tampone per la conferenza Dario Martini - Il Tempo - 23 luglio 2021 Mario Draghi obbliga tutti gli italiani ad avere il green pass se vogliono andare in pizzeria. Ma quando il gestore del locale diventa lui, le regole cambiano. Probabilmente il presidente del Consiglio non si fida tanto di questo strumento se per partecipare alle sue conferenze il certificato verde diventa carta straccia. Lo abbiamo scoperto ieri, quando abbiamo cercato di partecipare alla sua conferenza convocata proprio per illustrare le novità sul green pass. Nella nota diramata in mattinata, infatti, Palazzo Chigi informava che i 25 giornalisti ammessi alla sala polifunzionale della presidenza del Consiglio, per ascoltare le parole del capo del governo e dei ministri Speranza (Salute) e Cartabia (Giustizia), avrebbero potuto accedere solo «esibendo il referto di esito negativo del tampone antigenico rapido effettuato non oltre le 24 ore precedenti e con l’obbligo della mascherina Ffp2». Ovviamente, i costi del tampone sono a carico di chi intende partecipare. Tralasciando questo piccolo particolare, abbiamo subito pensato in un errore. Adesso che ogni vaccinato ha il green pass - ci siamo chiesti - come è possibile che non sia contemplato il suo utilizzo proprio nella conferenza che lo rende obbligatorio per tutti gli italiani che intendono avere una vita sociale? Fiduciosi che si fosse trattato solo di una svista, abbiamo chiamato la sala stampa di Palazzo Chigi. Purtroppo, le iscrizioni alla conferenza erano già chiuse. I posti liberi sono andati via in un lampo. Volevamo comunque sciogliere i nostri dubbi, anche per sapere come comportarci per partecipare alle prossime comunicazioni del presidente del Consiglio. Il responsabile è stato costretto ad ammettere che «per prendere parte a questa conferenza il green pass non basta, serve il tampone». «Probabilmente - ha aggiunto - verrà previsto per le prossime conferenze». Insomma, per Palazzo Chigi il lasciapassare verde non è sufficiente. Eppure Draghi, proprio nel corso della conferenza ha confermato l’importanza del certificato. «Il green pass non è un arbitrio - ha detto - è la condizione per tenere aperte le attività economiche». Non solo. Il premier ha invitato «tutti gli italiani a vaccinarsi e a farlo subito, devono proteggere se stessi, le proprie famiglie». Perché se un miglioramento c’è stato «lo dobbiamo alla campagna vaccinale». Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha insistito su questo punto, con il forte appello a «vaccinarsi, vaccinarsi, vaccinarsi, per metterci alle spalle la stagione che abbiamo vissuto». Il premier, poi, ha spiegato ancora che il green pass serve proprio «a dare serenità, non a toglierla». L’avvenuta vaccinazione, però, è il criterio principale per ottenere il certificato verde (già due settimane dopo la somministrazione della prima dose). E allora, non si capisce perché ieri non fosse riconosciuto all’ingresso di Palazzo Chigi per vedere in faccia il presidente del Consiglio. E perché non fosse sufficiente a garantire la stessa serenità che può dare un tampone.


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Grazie a: radio radio.it


I vaccini vanno ritirati! Abbiamo scoperto che mancano presupposti per metterli in commercio” ▷ Avv. Holzeisen

Prende il largo l’azione promossa da un gruppo di avvocati che ha presentato alla Corte Europea 53 pagine di ricorso contro le autorizzazioni ai vaccini anti Covid. Una manovra legale che se arrivasse al successo avrebbe una portata gigantesca sullo stato dell’arte, porterebbe a una rilettura generale dell’evoluzione dell’emergenza come la conosciamo oggi. Il team di legali chiede alle autorità, anche quelle italiane che tra Governo e Parlamento hanno posto la loro firma su alcuni atti, di ritirare dal mercato le sostanze prodotte in nome del contrasto al Covid.

Alla base dei contenziosi che lo stesso gruppo si appresta a portare anche dinanzi i tribunali in Italia ci sarebbe un “difetto clamoroso”, come lo ha chiamato l’avvocato Renate Holzeisen ospite in diretta di Fabio Duranti. “Queste sostanze sperimentali – spiega la bolzanina – sono state autorizzate non seguendo la procedura prevista dalla direttiva 83 del 2001. Ma è stato adottato il regolamento 507 del 2006 come se si trattasse di veri e propri vaccini”. Si arriva così a una “clamorosa disapplicazione della normativa”.

Ecco la spiegazione dell’Avv. Holzeisen a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.

“Come sapete io ho presentato azione di annullamento delle deliberazioni di autorizzazione della Commissione europea di queste sostanze sperimentali. Sono prodotti di terapia genica, perché bisogna anche dire questo. Questa definizione di vaccino la usiamo soltanto per dire che stiamo parlando di quello che ci vendono come vaccino covid-19. Non sono vaccini: basta andare a vedere il funzionamento biologico di questi prodotti, così come è definito nella normativa comunitaria.

Il difetto clamoroso è che praticamente sono state autorizzate queste sostanze sperimentali, non seguendo la procedura prevista dalla direttiva 83 del 2001. Ma è stato adottato il regolamento 507 del 2006 come se si trattasse di veri e propri vaccini. Dunque abbiamo una clamorosa disapplicazione della normativa.

Porteremo dei contenziosi, adesso nei Tribunali in Italia, amministrativi e ordinari, perché sarà necessario. Prima il Governo, poi il Parlamento, hanno partecipato a un crimine, violando gravemente in Italia il codice di Norimberga. Stiamo costringendo e ricattando i sanitari a farsi somministrare sostanze sperimentali per le quali, in parte, non sono stati fatti neanche gli studi pre-clinici. Dalle relazioni scientifiche di esperti risultano che in parte non sono stati fatti neanche gli studi sugli animali. E quegli studi che hanno fatto sono stati impostati in maniera errata oppure, guarda caso, sono stati esclusi certi animali perché evidentemente i risultati non piacevano.

Magistrati, avvocati, medici: dobbiamo tutti metterci insieme per difendere la popolazione contro il crimine. Abbiamo già un numero preoccupante di eventi dannosi fino alla morte. A me arrivano dei casi allucinanti per via di questo lavaggio del cervello che stanno commettendo, sempre nell’ambito di questo crimine enorme. I mass media continuano a parlare di vaccini sicuri, di obbligo di essere solidali. È una pazzia totale: mancano assolutamente tutti i presupposti per autorizzare l’immissione sul mercato di queste sostanze. Chiederemo alle autorità nazionali di ritirare tutto quanto, il più veloce possibile, per tutti. E se non lo faranno, saranno responsabili personalmente uno a uno. Queste persona adesso verranno da noi informate con un elenco degli studi non fatti, a conferma della natura di sostanza sperimentale e di prodotti di terapia genica. Chiederemo di intervenire immediatamente, se non lo faranno assumeranno loro personalmente una responsabilità gravissima di natura penale”.


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“Progetto Covid 2020-2025: è tutto scritto in un documento pensato da menti raffinatissime”


“Mala tempora currunt”, avrebbero detto uomini e donne dell’antichità se fossero vissuti nel nostro periodo pandemico. Certo, il passato è pieno di pestilenze e crisi sanitarie legate ai virus, ma ci sarebbero gli elementi per credere che alcune risposte all’emergenza adottate oggi siano inedite. Il dispositivo della mascherina obbligatoria, ad esempio, difficilmente ha trovato luogo in altre occasione. Restrizioni e imposizioni dall’alto, invece, ci riportano indietro ai tempi più cupi che l’intero genere umano spera di essersi messo alle spalle per sempre.

Atroci parallelismi a parte, alla fine di tutto il popolo è sempre riuscito ad alzare la testa, risollevarsi e sconfiggere il nemico. Accadrà lo stesso anche con il Covid? La speranza è il sentimento generale di questo inizio di estate, condita da dati in continuo miglioramento e voglia di tornare alla normalità. Una fine dell‘emergenza che in questo momento non siamo in grado di prevedere e che secondo il professor Alessandro Meluzzi non sarà questione di giorni. Ospite in diretta di Fabio Duranti e Francesco Vergovich, lo psichiatra ha rivelato di aver letto un documento nel quale “si parla di un periodo che va dal 2020 al 2025”.

“Che cosa raccontavano gli agenti della Gestapo e delle SS agli ebrei che venivano rastrellati in un ghetto di Amsterdam o di qualche altra città occupata dalla Wehrmacht? Raccontavano che li avrebbero portati comodamente in dei campi di lavoro dove avrebbero dovuto serenamente contribuire con le loro attività alle attività di guerra. Poi quando li spingevano nelle famose camere a gas, cosa c’era scritto fuori dalla camera a gas? C’era scritto ‘docce’ e gli dicevano che gli avrebbero garantito un’adeguata igiene. Allora la mente umana dovendo scegliere tra due opzioni, mi stanno deportando o mi stanno salvando, tende a dire mi stanno salvando.

Il potere quando vuole utilizzare la menzogna la utilizza sapientemente e la menzogna funziona splendidamente. Quindi il problema non è pensare di far risvegliare la gente e raccontargli una menzogna, ma cercare di capire qual è la strategia globale che ci sta dietro e semmai cercare di disturbare quello. Purtroppo dalla maggioranza della gente non verrà alcuna soluzione.

Il disegno sta scritto nel documento progetto Covid-19 dei nostri padroni parla di un periodo che va dal 2020 al 2025. Quindi fino a che questo periodo non sarà trascorso e non saranno stati raggiunti i risultati programmati da menti raffinatissime non si potrà passare al capitolo 2025-2030. Stanno facendo marciare una road map che deve prevedere alcune tappe.

Si è deciso di trasformare questa situazione ordinaria in un sistema di governo globale e totale: idea straordinaria, un applauso ai padroni e alle élite”.


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Scoperti nuovi possibili effetti collaterali dei vaccini mRNA ▷ Duranti: “Non c’è traccia di questa notizia sui giornaloni”

Una notizia che potrebbe cambiare le carte in tavola sul vaccino arriva dalla Reuters. Secondo l’agenzia di stampa britannica, l’Unione Europea, l’EMA e altri istituti stanno studiando alcune patologie per scoprire se possano essere effetti collaterali dei vaccini a mRNA come Pfizer e Moderna. Gli enti e le organizzazioni hanno infatti notato l’insorgere di queste patologie in seguito alla vaccinazione: non è dunque escluso che possano essere degli effetti collaterali.

Questi studi, comunque, non trovano spazio sui media mainstream, che in Italia non hanno menzionato minimamente la notizia. Un silenzio che preoccupa i più, come Fabio Duranti, che ne ha parlato a ‘Un giorno Speciale’.

“Guardate questo articolo della Reuters. ‘L’UE sta esaminando possibili conseguenze dei vaccini a mRNA’ scrive la Reuters. Ci sono nuovi effetti collaterali all’esame dell’EMA e di altri istituti. Ci sono tre nuove condizioni segnalate di disturbi che possono diventare molto gravi e che sono permanenti. C’è scritto che il mese scorso l’EMA ha trovato legami tra infiammazioni cardiache molto rare e vaccini a mRNA. Tuttavia c’è scritto che i benefici superano i rischi. L’articolo vuole dire che nonostante ci sono queste cose, le organizzazioni dicono sempre che va tutto bene. Ci sono però nuove valutazioni che stanno facendo emergere nuovi problemi. A fronte di questo le azioni di Pfizer e Moderna sono crollate e ci sono milioni buttate. Non c’è però traccia nei mainstream. Che ci sono state queste scoperte e che le azioni sono crollate non ne parla nessuno. Vi fidate di chi non vi dà le informazioni?”.


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Prosegue la battaglia di Renate Holzeisen,


avvocato che ha assunto la difesa del personale sanitario contrario alla vaccinazione. Come spiega il legale, infatti, l’obbligo imposto dal Decreto Legge 44/2021, poi convertito in legge, risulta essere inconsistente in quanto prevede che il personale sanitario venga sottoposto a vaccinazione in grado di prevenire l’infezione del SARS-CoV-2. Holzeisen sottolinea però che i vaccini attualmente in commercio in Europa e in Italia non sono in grado di adempiere al compito stabilito e previsto dalla Legge, bensì possono solamente alleviare i sintomi del Covid, evitando un’evoluzione più grave.

Si tratterebbe dunque di una formulazione completamente errata del testo del DL 44/2021: non esistendo una sostanza in grado di prevenire l’infezione, il personale sanitario non può essere costretto alla vaccinazione. La posizione dell’avvocato Holzeisen e i propri assistiti è chiara: nessuno sarà vaccinato fino a quando non si otterranno risposte adatte. Per questo motivo il legale ha raccontato, a ‘Un giorno speciale’, quanto accaduto in un centro vaccinale di Bolzano.

“Ci siamo presentati al centro vaccinale, il sanitario che ho accompagnato ha portato con sé le domande e le ha sottoposte al medico responsabile. Il primo medico è scappato, irritato dalla circostanza. Abbiamo poi sottoposto la questione ad un altro medico. Irritazione massima nel centro vaccinale, siamo stati pregati di andare da un altro medico più anziano. Abbiamo chiesto conferma di questa discrepanza e non ce la volevano dare. Ho fatto intervenire le forze dell’ordine: sono intervenuti i carabinieri e il responsabile alla fine ha ammesso che quello che dice l’informativa e quello che dice la legge è diverso. Ho fatto accompagnare altri sanitari da altre persone e ho avuto la stessa situazione. Questo obbligo è incostituzionale e non potrebbe neanche essere adempiuto perché non esiste una sostanza in grado di prevenire l’infezione. Ho mandato una diffida in qualità di denuncia e querela alla Procura della Repubblica: questa è una minaccia, un’estorsione, una cosa che non esiste in nessun altro Paese. Adesso sospendono sanitari che anche se volessero rispettare la legge, non potrebbero farlo perché non esiste questa sostanza.

Ho accompagnato del personale sanitario qui a Bolzano al centro vaccinale. Alla prima raccomandata Pec che è arrivata, con la richiesta di voler entro cinque giorni la risposta sul perché il sanitario non si è fatto vaccinale, queste persone hanno risposto utilizzando una bozza da me predisposta e chiedendo informazioni e dichiarando che loro non sono neanche in grado di decidere perché mancano una serie di informazioni. C’è un catalogo di domande per poter prendere una decisione ed eventualmente prestare consenso. La persona che deve decidere se farsi trattare con un farmaco, ovviamente ha bisogno di informazioni. I media disinformano sul tema, non informando su una serie di studi che non sono stati fatti. Non dicono che non si tratta di veri vaccini ma di sostanze sperimentali. Questi sanitari hanno domande precise e hanno mandato una Pec al responsabile e anziché ricevere della risposta, gli è stato fissato l’appuntamento vaccinale”.


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Prendono forma agghiaccianti teorie sui non vaccinati: saranno parte integrante del loro disegno

Nihil novi sub sole. Tutto procede secondo il programma del nuovo ordine tecnosanitario che si fonda sull‘emergenza infinita con annessa infinita sospensione della “normalità” costituzionale, con le sue libertà e i suoi diritti. Addirittura, qualche giorno addietro, un noto medico assai presente anche sulle reti sociali si è lasciato scappare disinvoltamente l’affermazione secondo cui in fondo per una emergenza non è poi strano che si sospenda lo stato di diritto: parole sulle quali varrebbe la pena riflettere.

Intanto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha nuovamente ribadito che l’emergenza è ben lungi dal dirsi finita: al contrario, ha asserito che, cito da Fanpage in data 15 luglio 2021 “è fortemente probabile che si svilupperanno nuove varianti Covid più pericolose e più difficili da controllare”.

Nel mentre, seguita imperterrita l’opera di imposizione governativa, in forme sempre più sfacciate come accaduto in Francia, della somministrazione del siero benedetto; somministrazione che avviene grazie a ignobili forme ricattatorie legate a passaporti sanitari. Si tratta, a ben vedere, del ritorno delle più palesi e macroscopiche forme di discriminazione nell’Europa del secondo dopoguerra; forme di discriminazione che, naturalmente, si fondano sul discorso medico-scientifico, che ancora una volta fa da fondamento ideologico per i nuovi rapporti di forza e per il nuovo terrifico Leviatano tecnosanitario.

La verità è che la storia insegna ma – diceva Gramsci – non ha scolari. Ed è per questo che siamo condannati a riviverla, con le sue tragedie e le sue oscenità. Ecco alcuni dei teoremi agghiaccianti che disinvoltamente stanno diventando parte generalmente ammessa del discorso pubblico e, non di rado, delle pratiche politiche in Europa: “Il siero benedetto rende liberi”, “Vietato l’ingresso a chi non ha assunto il siero benedetto”, “Rendere la vita impossibile a chi non si è sottoposto al siero benedetto”, “Stanare e cacciare chi non si è fatto somministrare il siero benedetto”, “Se le cose nel Paese vanno male, è tutta colpa di chi non ha assunto il siero benedetto”, “Verrà un giorno in cui non esisterà più la comunità dei non sottoposti al siero benedetto”, “A chi è contrario al siero benedetto o semplicemente nutra dei dubbi, nemmeno bisogna concedere la parola”.


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Vaccini a ripetizione e Green Pass senza fine: ecco la chiave di volta per il controllo totalitario


In molti si domandano perché non abbiano introdotto sic et simpliciter l’obbligo, anziché utilizzare la vile formula ricattatoria dell’infame tessera verde, apice dell’ipocrisia. Sotto questo riguardo, mi preme sottolinearlo, ha ragione lo storico Alessandro Barbero. Ad ogni modo la domanda è interessante: perché non hanno introdotto da subito l’obbligo della benedizione? La mia risposta è la seguente. In primo luogo hanno usato la formula del Green Pass perché così la responsabilità non è di chi vi benedice, né di chi produce il siero né, ancora, di chi non vi obbliga a farlo, ma semplicemente vi toglie le alternative di una vita decorosa, impedendovi di lavorare e perfino di prendere un treno. Nel caso, remoto o no, di conseguenze negative, la responsabilità deve essere la vostra e soltanto la vostra: nessuno vi ha costretto. Ma questo non basta, v’è dell’altro, non meno preoccupante. Il secondo motivo è di ordine squisitamente biopolitico: l’infame tessera verde dell’apartheid terapeutico e del partito unico del Grande Reset è il nuovo lasciapassare del futuro, il nuovo tesserino con cui non solo controlleranno sempre e comunque l’umanità, ma con cui, oltre a ciò, le imporranno sempre nuove benedizioni e sempre nuovi “aggiornamenti di sistema” richiesti. Per poter fruire di diritti fondamentali, come l’istruzione o i mezzi pubblici, bisognerà dimostrare, tessera alla mano, di essere sempre in regola con gli aggiornamenti biopolitici richiesti, tra i quali le benedizioni occupano una parte decisiva. In una parola, la benedizione e la tessera verde non sono reciprocamente esclusive, come se, facendo la prima (magari con l’obbligo) ci si liberasse poi dalla seconda. Al contrario: benedizioni di massa a ripetizione e infame tessera verde fanno sistema e creano, nella loro unione, un caposaldo della nuova governance biopolitica del Leviatano tecnosanitario. Anche quando tutti, e sottolineo tutti, saranno benedetti con le buone o con le cattive, come presto o tardi accadrà, i sudditi continueranno ad avere coercitivamente la tessera verde come lasciapassare obbligatorio, come strumento di controllo totale e totalitario. Insomma, l’obbligo non caccia la tessera verde, ma la integra. Benvenuti nel nuovo capitalismo terapeutico della sorveglianza totale e del controllo biopolitico di massa sopra e sotto la pelle.


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Green pass, Fusaro: "Non ha fondamento scientifico, è espressione di un nuovo fascismo"


"Serve a far sì che tutti giurino fedeltà al regime, la gente non vede che la salvezza è 'sempre una dose più in là'"

"La mia opposizione al green pass, che io propongo di chiamare 'infame tessera verde' perché le parole hanno un peso come diceva Moretti e green pass sembra quasi una cosa 'smart', è l'equivalente della tessera che nel '31 venne chiesta col giuramento di fedeltà ai docenti. E' cioè l'espressione di un nuovo fascismo, che usa un lessico medico-scientifico per giustificarsi. All'epoca furono in 12 a dire di no, oggi auspicabilmente sono di più". Non la manda a dire Diego Fusaro che, raggiunto dall'Adnkronos, commenta l'appello -di cui è firmatario- degli ormai oltre 600 docenti italiani che si oppongono fermamente all'introduzione del green pass in ateneo.

"Di medico-scientifico quella tessera non ha nulla, perché chi è vaccinato può contagiare e contagiarsi, quindi è un dispositivo di controllo che non c'entra nulla con la medicina -affonda Fusaro, che non ha mai celato le sue posizioni critiche nei confronti delle misure anti Covid adottate dal governo- Come altre cose del periodo trascorso, ad esempio il coprifuoco. Serve a far sì che tutti giurino fedeltà al regime, e quindi a produrre un docile e remissivo adattamento. E poi a produrre quella che sarà la nuova tessera del futuro, che il cittadino della cosmopoli terapeutica dovrà sempre mostrare aggiornata. Perché la gente non si accorge, ma ormai si è ben capito, che la salvezza sarà sempre 'una dose più in là'".

E sull'incremento di nomi dei firmatari dell'appello, che in pochissimi giorni è raddoppiato superando le seicento firme, il saggista torinese osserva: "Meglio tardi che mai. Sembra che un poco alla volta i più si stiano svegliando, o abbiano trovato il coraggio di dire quello che pensavano dall'inizio. L'unione fa la forza, ed è bene che ciascuno si schieri, perché anche alla fine del fascismo la storia chiese conto delle proprie scelte". E conclude eloquentemente: "Non condanno chi prende la tessera per lavorare, ma chi non prende questa tessera è un eroe, come Gramsci, che patì tutte le persecuzioni del caso ma non si piegò e restò con la schiena dritta. Dobbiamo assumere Gramsci come modello per combattere questo regime, che usa il motto di salvare le vite quando si tratta invece di limitare le libertà. Dopotutto, sono gli stessi che hanno fatto i tagli selvaggi alla sanità pubblica, non ce lo dimentichiamo".

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